Il dibattito che in queste ore sta interessando la Formia Rifiuti Zero (d’ora in poi FRZ), dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto la faziosità e la partigianeria offuschino il ragionamento per ridurre tutto ad uno scontro tra bande.
Così l`opposizione, dalla quale in questi mesi non abbiamo ricevuto un contributo costruttivo, si è concentrata esclusivamente a far piovere critiche prive di costrutto, spesso tendenziose, con l’unico obiettivo di mandare a casa la maggioranza (ed io che ancora mi ostino a credere che la politica sia servizio…..).
Tutto quanto accaduto, sia in fase di ideazione che costituzione della FRZ ne è la dimostrazione lampante.
Un “no”, tanto netto e stentoreo, da avere il sapore di vecchie ricette e nessuna visione programmatica di città. A questo, oramai, ci siamo abituati a malincuore.
Eppure, una comunità il problema dei rifiuti deve pur porselo!
Noi abbiamo inteso affrontarlo con coraggio, innovazione e competenza.
Abbiamo ritenuto opportuno circoscrivere, all’interno di paletti ben precisi, posti con attenzione dall’Ente comunale,la gestione del ciclo dei rifiuti.
Gestione pubblica sì, ma uscendo dalle vecchie dinamiche.
Sempre più si assiste ad un’attività del potere pubblico che persegue l’interesse generale con strumenti tipici del diritto privato, instaurando rapporti di parità con i privati nell’ottica di una migliore tutela di esigenze collettive fondamentali.
La gestione dei rifiuti, ne costituisce un indiscutibile esempio.
La società in house, a tal proposito, opera con modalità proprie delle società private ma sotto il controllo pubblico.
Insomma abbiamo colto al volo la strada indicata dal legislatore che ha preso le cose buone dell’una e dell’altra gestione.
La FRZ è figlia di questi ragionamenti.
Viene da sé che lo schema così delineato, richiede un ruolo strategico del Comune, che ad oggi, esercita attraverso lo strumento del controllo analogo.
Una formula che si può facilmente tradurre con: al Comune spetta la vigilanza.
Un compito che, per vero, non abbiamo ideato noi, ma che ci chiede il Legislatore e sul quale la giurisprudenza, anche sovranazionale, ha innestato le sue specifiche.
Sono sereno, dal momento che, come consigliere, ho contribuito ad impartire le giuste linee di indirizzo alla FRZ, fin dalla prima fase.
Resto fermamente convinto che la particolare configurazione che, in sede di fondazione della FRZ, abbiamo preteso, ci abbia premiati.
Chiedere un più rigido strumento di controllo, ieri, ci solleva, oggi, e ci rafforza per il domani.