Le “elezioni” provinciali appena trascorse hanno suscitato malumori e mal di pancia.
per quanto mi riguarda ho affrontato questa competizione elettorale con il disincanto per una “riforma non riforma” che prometteva la cancellazione delle province ma in realtà realizzava esclusivamente la cancellazione del voto popolare per sostituirlo con quello “qualificato” del ceto politico.
insomma una partita giocata tra noi politici e che faceva presagire comunque risultati insoddisfacenti rispetto alle aspettative.
volendo guardare il bicchiere mezzo pieno il PD conferma la sua “capacità attrattiva” con un buon risultato in termini di consenso. ora tuttavia inizia il percorso più difficile, mettere in campo una squadra che sia in grado di rispondere alle esigenze di una provincia sempre più in difficoltà.
Le premesse non sono delle migliori. se infatti l’obiettivo annunciato era quello di uscire definitivamente dall’asse di potere Cusani-Fazzone-Forte, raggiunto almeno in parte vista l’elezione del senatore Michele Forte, ora bisogna capire se a quell’asse se ne vuole sostituire un’altra che non se ne discosta molto per i metodi. abbiamo il coraggio di intraprendere un percorso virtuoso volto a cambiare non solo le persone ma anche e soprattutto i metodi?
e quindi quale sarà il nuovo percorso di via Costa?
le prime indicazioni che vengono dalla neo presidente Eleonora Della Penna sono positive.
credo che una spending review volta a ridurre drasticamente i costi dell’apparato sia indispensabile ed in questa prospettiva apprezzo lo sforzo della Presidente Eleonora Della Penna, a dispetto delle pressioni che vengono dalle varie parti in gioco.
quanto al nostro partito spero che il PD provinciale sia in grado di mostrare coraggio ed essere coerente con i propri obiettivi, quelli annunciati nel documento programmatico sul quale si è amalgamata la coalizione chiamata ora a governare la Provincia.
il nostro credo deve essere un rinnovamento reale e non di facciata.
accontentarsi di sostituire le persone lasciando inalterate le pratiche sarebbe un grave errore, la dimostrazione che questo partito sia sempre più “fuori dal tempo”, non in grado di interpretare il difficile momento della politica italiana e della società tutta.